In urologia è molto diffuso l’uso di prodotti a base di boswellia date le sue spiccate proprietà anti-infiammatorie.
Gli acidi boswellici ostacolano il funzionamento di un enzima capace di stimolare la produzione di sostanze che facilitano i processi infiammatori. Inoltre, sono in grado di inibire le elastasi, enzimi fortemente distruttivi che attaccano e distruggono il tessuto elastico dei tessuti nei quali è in corso un processo infiammatorio. (studi in vitro)Solo i principi attivi farmacologici hanno proprietà antinfiammatorie più potenti di quelel degli acidi boswellici. (studi in topi e ratti)Si ipotizza che gli acidi boswellici intervengano nel sito dell’infiammazione inibendo la proliferazione dei tessuti e la distruzione del tessuto connettivo. Questo meccanismo specifico rende la Boswellia un’efficace alternativa alle molecole sintetiche nei trattamenti antinfiammatori, soprattutto se prolungati, o negli stati cronici, per l’assenza di effetti collaterali. (studi in topi e ratti).
Un altro beneficio medico di Boswellia è che aiuta a migliorare i sintomi della colite ulcerosa (una malattia infiammatoria intestinale), che comprende l’eliminazione di dolori addominali, perdita di feci e la presenza di muco e sangue nelle feci. E ‘stato dimostrato che l’uso prolungato di Boswellia non ha nessuno degli effetti indesiderati sulla pressione arteriosa, ulcere e la frequenza cardiaca o irritazione gastrica che sono associati con l’uso prolungato di molti anti-infiammatori e anti-artriti. Lo studio indica che l’azione antiflogistica dell’AKBA a livello intestinale è valida e che la P-selectina è il target di questa azione antiflogistica. Uno studio nel ratto ha valutato l’effetto dell’estratto di boswellia sulla motilità intestinale e sulla diarrea. Si è visto che questo estratto riduceva le contrazioni intestinali indotte dall’elettricità, dall’acetilcolina e dal cloruro di bario nell’ileo isolato di cavia. L’effetto inibitorio dell’estratto di boswellia sulle contrazioni indotte dall’acetilcolina era ridotto dai bloccanti dei canali L del calcio come il verapamil e la nifedipina ma non dall’acido ciclopiazonico, un inibitore della Ca2+ATPasi del reticolo sarcoplasmatico, dal rolipram, un inibitore della fosfodiesterasi tipo IV e dal zileuton, un inibitore della lipossigenasi.
L’estratto di boswellia peraltro non modificava la motilità intestinale né nel tenue né nel crasso. Lo studio dimostra quindi che l’estratto di boswellia riduce la motilità intestinale con un meccanismo di tipo calcioantagonista che coinvolge i canali del calcio tipo L e ostacola la diarrea. È stato fatto uno studio clinico su un gruppo di pazienti affetti da rettocolite ulcerosa di grado II e III, ai quali veniva somministrata una dose di 350 mg/die per os di estratto alcoolico di boswellia per 6 settimane. La valutazione era fatta sulle caratteristiche delle feci, sull’aspetto istologico della mucosa del colon e su alcuni parametri biochimici quali emoglobinemia, sideremia, calcemia, fosforemia, proteinemia totale e livelli di leucociti e di eosinofili, eseguiti sia pre terapia sia al termine della stessa. Un gruppo di pazienti con la stessa patologia riceveva 1g/die per os di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei suddetti parametri era in media dell’82% con la boswellia e del 75% con la sulfalazina.
L’uso di bromelina in ambito urologico è di fondamentale importanza poiché permette la riduzione degli edemi causati dall’ infiammazione. In quanto enzima proteolitico, la Bromelina è utilizzata nelle dispepsie, spesso in associazione con estratti pancreatici, ma il suo utilizzo principale è come antiinfiammatorio ed antiedematoso. Risulta particolarmente efficace nel trattamento degli stati infiammatori dei tessuti molli associati a trauma, nelle infiammazioni localizzate (specialmente in presenza di edema), e nelle reazioni tissutali postoperatorie.
Nell’uso come antiinfiammatorio, si utilizza in dose da 40 U.I. da due a sei volte al giorno, sebbene sia stata sperimentata a dosaggi ampiamente superiori senza effetti collaterali degni di nota, salvo lievi disturbi gastrointestinali e rare reazioni di ipersensibilità. La sicurezza dell’impiego della bromelina rispetto ad altri farmaci antiinfiammatori deriva dalla differenza nel suo meccanismo di azione: infatti, laddove i classici FANS inibiscono la cicloossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandine, la Bromelina “dirotta” tale sintesi, incrementando la produzione di prostaglandine ad attività antiinfiammatoria a discapito di quelle ad attività pro-infiammatoria, in tal modo evitando il danno gastrointestinale tipico dei FANS.
Tale differenza nel meccanismo d’azione spiega la sinergia che essa può avere con i FANS, ottenendo così un potenziamento degli effetti antiinfiammatori. Altre attività farmacologiche della Bromelina includono un’azione antitrombotica, un’attività ipotensiva e la capacità di solubilizzare le placche arterosclerotiche. È nota la sua capacità sinergica nelle terapie antibiotica ed antitumorale. Per uso topico si sfrutta l’azione cheratolitica e di “pulizia” dei lembi di pelle morta in prossimità di ulcere ed ustioni (da poco in Italia sono stati messi in commercio farmaci a base di bromelina per uso topico). Un utilizzo collaterale della Bromelina sfrutta la sua proprietà antidiarroica, tramite inattivazione (temporanea) dei recettori intestinali delle tossine batteriche.
In uno studio condotto su 17 pazienti affetti da prostatite cronica un mese di trattamento con bromelina, papaina e quercetina ha comportato un miglioramento di almeno il 25% del punteggio dei sintomi. L’associazione di bromelina e boswellia permette nello stesso tempo l’azione anti-infiammatoria e anti-edemigena apportando numerosi vantaggi in ambito urologico.
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Boswellia
Nome botanico: Boswellia serrataAltri nomi: incenso indiano, Salai Guggal (Guggul), shallaki.Habitat e descrizione: Boswellia serrata è un albero ramificato originario delle regioni collinari dell’India. Preferisce il terreno asciutto delle colline. Essa produce una resina profumata che viene utilizzata per scopi medicinali.Parti della pianta usate: Un estratto della resina è utilizzata in applicazioni mediche. La Boswellia serrata si trova in tutta l’India centrale e occidentale. Essa ha attirato molta attenzione nella comunità medica mondiale in quanto possiede proprietà anti-infiammatorie simili ad alcuni farmaci di prescrizione che sono stati efficaci contro la maggior parte dei tipi di artrite indotta, ma la Boswellia serrata non sembra avere degli effetti collaterali spiacevoli. La ricerca condotta in India ha scoperto che un estratto di Boswellia è più utile, meno tossica e più potente del farmaco standard per i disturbi reumatici, che viene preferito rispetto ad altri anti-infiammatori come l’indometacina, fenilbutazone o acido acetilsalicilico. Gli acidi boswellici sopprimono la proliferazione dei tessuti rinvenuti nelle zone infiammate e impediscono la rottura del tessuto connettivo. Il meccanismo è simile all’azione di gruppi non-steroidei di farmaci anti-artrite, con nessuno degli effetti collaterali più comuni come l’irritazione gastrica e l’attività ulcerogena associati a tali farmaci. Molti studi hanno confermato che la Boswellia serrata possiede potenti qualità anti-infiammatorie e antiartritiche, migliora la fornitura di sangue per le articolazioni e ripristina l’integrità dei vasi indeboliti da spasmo. Può anche essere utile per il trattamento dell’artrite reumatoide, ancora una volta senza effetti collaterali a quelli osservati con i farmaci tradizionali di scelta.
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Bromelina
La prima forma di bromelina ad esser individuata fu la bromelina del frutto dell’ananas, caratterizzata grazie a studi sul suo utilizzo nella medicina popolare. Successivamente fu individuata una seconda forma, detta bromelina del gambo, utilizzata oggi in campo industriale. Nel gambo, infatti, la bromelina è più concentrata che nel frutto, per cui l’estrazione risulta più economica, visto che l’utilizzo del frutto da parte dell’industria alimentare ne fa innalzare il costo, mentre il gambo è uno scarto della produzione alimentare. In quanto enzima, la sua concentrazione si esprime spesso in unità proteolitiche (o unità Rorer o, più comunemente, unità internazionali, U.I.), che in unità ponderali, facendo riferimento alla purezza oltre che alla quantità. Chimicamente si distinguono quattro frazioni di Bromelina, con formule chimiche leggermente differenti tra loro, sebbene alcuni autori suggeriscano che le diversità si produrrebbero durante i processi di purificazione. Comunque, visto che le varie frazioni posseggono attività sovrapponibile, si utilizza comunemente la miscela nella forma naturale.
Dr. Marcello Gentile