La bromelina è il nome di una miscela contenente diversi enzimi proteolitici. Tale miscela è composta principalmente da almeno 4 proteasi cisteiniche a struttura simile, la principale delle quali è la proteasi del fusto mentre altre due sono denominate ananaina e comosaina, sono presenti inoltre piccole quantità di fosfatasi acida, perossidasi, amilasi e cellulasi. Essa viene preparata dal succo dell’Ananas, Ananas Comosus L. Merr (famiglia Bromeliaceae). Questi enzimi si trovano nel gambo e si possono anche ottenere dai frutti maturi ed immaturi. Il componente principale della bromelina del gambo è una glicoproteina con peso molecolare 23.800, anch’essa denominata bromelina. Come per i principali enzimi proteolitici, la bromelina contiene un gruppo tiolico necessario per l’attività(1). L’attività proteolitica della bromelina viene generalmente espressa in GDU (Gelatin Digestive Units, unità digestive della gelatina), in RU (Rorer Units) o in MCU (unità di coagulazione del latte). Un grammo di bromelina standardizzato per 2.000 MCU corrisponde approssimativamente a 1200 GDU. La bromelina è attiva in un ampio range di pH, fra 3 e 10, pertanto non dovrebbe essere distrutta dall’acidità gastrica: per cautela tuttavia viene realizzata in formulazioni che contengono sostanze gelificanti o gastro-protettive per garantirne la massima efficacia e assorbimento, che deve avvenire nell’intestino.
La boswellia serrata, nota anche come incenso indiano o salai guggal è una pianta appartenente alla famiglia delle Burseraceae originaria delle regioni subtropicali dell’Africa, dell’Arabia Saudita e dell’India centrale. La droga è rappresentata dalla resina gommosa (salai guggal) che fuoriesce dalla corteccia incisa della boswellia. I componenti principali della droga sono: olii volatili (5-15%), resina pura (55-66%) e muco (12-23%)(1). Sono anche presenti quattro acidi tritrerpenici tetraciclici detti anche acidi tirucallenici, un alcol triterpenico, beta sito-sterolo e alcuni flobafeni. La resina gommosa contiene generalmente il 30% di acidi boswellici(2). Gli acidi boswellici sono triterpeni pentaciclici che possono esistere in gruppi metilici geminali a 20 atomi di carbonio (configurazione-α) o in gruppi metilici vicinali a 19-20 atomi di carbonio (configurazione-β). Studi farmacologici dimostrano che i derivati “β” esercitano maggiore azione terapeutica rispetto gli isomeri “α”(3). Secondo la F.U. 6.0 gli essiccati di resina gommosa devono contenere almeno l’1% di KBA e AKBA. La resina gommosa estratta dalla boswellia serrata è composta generalmente da percentuali di KBA 3-4,7% e di AKBA (2,2-2,9%).
Uso in ortopedia
Nella medicina tradizionale indiana sono stati usati per secoli estratti di boswellia nel trattamento delle malattie artritiche e sono numerosi gli studi che confermano tale proprietà farmacologica. È stato fatto uno studio clinico controllato per valutare l’efficacia della droga in un gruppo di 42 pazienti affetti da osteoartrite. Essi ricevevano un estratto della droga per via orale per 3 mesi, mentre la valutazione dell’efficacia era affidata in parte alla compilazione di un questionario sintomatologico da parte dei pazienti stessi e in parte ai risultati di alcuni tests specifici quali il Ritchie articular index, il Joint score e il Disability score. Inoltre venivano effettuati alcuni altri esami quali la VES ed opportune valutazioni radiologiche. I risultati finali evidenziavano un netto miglioramento della sintomatologia soggettiva registrato dai pazienti (p<0,001), con un significativo progresso (p<0,05) anche dei risultati dei test specifici. Gli esami radiologici invece non evidenziavano variazioni significative prima e dopo la fine della sperimentazione, mentre gli effetti collaterali registrati sono stati di lieve entità e non tali da richiedere la sospensione del trattamento(11). Uno studio clinico controllato ha valutato l’efficacia della boswellia in pazienti con osteoartrite del ginocchio. Sono stati arruolati 30 pazienti, trattati con estratto secco di boswellia alla dose di 400 mg/die o con placebo per 2 mesi. Al termine di questo periodo di tempo i pazienti del gruppo verum passavano al placebo e viceversa. La valutazione era fatta ricorrendo ad una scala validata di valutazione della sintomatologia algica pre e post terapia. Si è visto che i pazienti del gruppo boswellia avevano, al termine della sperimentazione, un significativo calo della sintomatologia e un conseguente miglioramento della mobilità, senza modificazioni nel quadro radiologico. L’incidenza di effetti collaterali è stata bassissima, poiché solo 3 pazienti del gruppo boswellia e 2 del gruppo placebo hanno avuto modici disturbi gastrointestinali(13). Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto di un estratto di boswellia chiamato Loxin arricchito col 30% di acido 3-O-acetyl-11-keto-beta-boswellic acid (AKBA), un potente inibitore della 5 alfa lipossigenasi, in 75 pazienti affetti da artrite del ginocchio. Essi ricevevano per os 100 o 250 mg/die di Loxin o un placebo per 90 giorni, misurando pre e post terapia l’intensità della loro sintomatologia algica tramite le scale Visual analog scale, Lequesnès Functional Index e Western Ontario e McMaster Universities Osteoarthritis Index. Si valutava anche l’attività della metalloproteinasi 3 capace di degradare la cartilagine nel fluido sinoviale ottenuto dai pazienti arruolati. Al termine dello studio i pazienti di entrambi i gruppi verum mostravano un significativo miglioramento della loro sintomatologia, con un risultato migliore per quelli che avevano assunto 250 mg/die di Loxin. In vitro il Loxin riduceva significativamente l’attività della metalloproteinasi 3 e quindi la sua azione distruttiva sulla cartilagine. Non sono stati riscontrati effetti collaterali significativi in nessuno dei gruppi esaminati. Lo studio indica che il Loxin è efficace e ben tollerato nel trattamento dell’artrite del ginocchio, agendo non solo sui sintomi della malattia ma anche contrastando la progressiva riduzione della cartilagine articolare(15). Studi clinici dimostrano che la boswellia serrata è efficace nel trattamento dell’artrite. In uno studio controllato in doppio cieco trenta pazienti sono stati trattati per otto settimane con una dose di 1000 mg di boswellia serrata al giorno somministrata in tre dosi separate. I pazienti che assumevano boswellia hanno riportato una significativa riduzione del dolore, del gonfiore e soprattutto un superirore range di movimento articolare. Dati i risultati di questo studio i ricercatori suggeriscono come trattamento per l’artrite, in particolare quella del ginocchio, la somministrazione di boswellia serrata(16). Due studi controllati con placebo hanno trovato efficace la boswellia nell’alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide. In seguito al trattamento con boswellia per tre mesi si è notata nei pazienti una marcata diminuzione del dolore e del gonfiore. Inoltre, uno studio comparativo su 60 persone che hanno assunto estratti di boswellia per sei mesi ha dimostrato che l’azione terapeutica della boswellia è paragonabile a quella dei sali d’oro.
Uno studio condotto su pazienti con artrosi del ginocchio, ha dimostrato che l’assunzione per un mese di bromelina induce una netta diminuzione del dolore e della rigidità del ginocchio, favorendo la mobilità e la flessione(21). Una combinazione di bromelina, rutina e tripsina è stata confrontata con il diclofenac in 103 pazienti con osteoartrosi del ginocchio. Dopo sei settimane i trattamenti hanno prodotto una riduzione simile del dolore e dell’infiammazione(22). In un altro studio di sei settimane diclofenac e una combinazione di bromelina, rutina e tripsina hanno avuto gli stessi risultati nel trattamento di pazienti con artrosi dell’anca(23).La Bromelina può essere utile sia nell’artrite reumatoide che nell’osteoartrite. In particolare nell’artrite reumatoide ha permesso la riduzione dell’uso di corticosteroidi (come il prednisone).In uno studio la Bromelina è stata somministrata ad alcuni pazienti: 25 con grave artrite reumatoide, 1 con artrite reumatoide e osteoartrite, 2 con osteoartrite, 1 con gotta ed edema articolare. Le dosi di corticosteroidi sono state ridotte a dosi minime di mantenimento con contemporanea somministrazione di Bromelina gastroresistente (20-40 mg tre o quattro volte al giorno). Nella maggior parte dei pazienti è stata notata una significativa riduzione dell’edema articolare ed un aumento della motilità articolare, dopo breve tempo dall’inizio del trattamento. Nel periodo di osservazione da 3 settimane a 13 mesi, 8 su 29 pazienti (28%) hanno riscontrato effetti ottimi, 13 (45%) buoni, 4 (14%) discreti e 4 (14%) scarsi, come nel caso del paziente con la gotta(41).In uno studio clinico è stato valutato l’effetto della Bromelina in pazienti con osteoartrite del ginocchio con il risultato di non essere efficace(42). Forse migliori risultati si sarebbero potuti ottenere somministrando Bromelina in una forma non gastroresistente.
Dr. Nunzio Varricchio