Il tromboembolismo venoso (TEV),termine che si riferisce alla trombosi venosaprofonda (TVP) ed all’embolia polmonare(EP), rappresenta la più comune patologiacardiovascolare dopo l’infarto del miocardioe l’ictus ischemico cerebrale. L’incidenzaannuale nella popolazione generale è circa1 su 1000 abitanti, e aumenta con l’età . Lapatogenesi del TEV è multifattoriale, ecoinvolge sia fattori acquisiti che fattoriereditari (la chirurgia, i traumi, la gravidanzaed il puerperio, l’uso di contraccettiviorali, le neoplasie, la sindrome da anticorpiantifosfolipidi, alcune patologie mediche,come l’infarto del miocardio, lo scompensocardiaco congestizio e l’ictus ischemicoacuto con paralisi degli arti inferiori,le condizioni trombofiliche ereditare,come il deficit di anticoagulanti naturali,la mutazione del fattore V tipo Leiden e lamutazione G20210A della protrombina).La presenza di più fattori predisponenti,contemporaneamente, amplifica di moltoil rischio. Nei pazienti con condizioni dirischio mediche, così come nei pazienti chesi sottopongono ad interventi chirurgici, ilrischio di TEV è ulteriormente aumentatoin caso di coesistenza della condizionemedica o chirurgica in atto con atri fattori,come ad esempio l’età avanzata, o unpregresso episodio di TEV.Lo scopo di questo articolo è di riassumerele principali raccomandazioni, tratte dairisultati di trial clinici randomizzati e dallepiù recenti linee guida dell’AmericanCollege of Chest Phisicians (ACCP),in tema di prevenzione della malattiatromboembolica venosa, sia in ambitomedico che chirurgico, ed in diverse categoriedi rischio. L’eparina e le eparine a bassoPeso Molecolare (EBPM) rappresentanoi farmaci di riferimento nella prevenzioneprimaria del TEV, accanto ai mezzi “fisici”(elastocompressione e compressione pneumaticaintermittente). Alcuni nuovi farmacianticoagulanti (il pentasaccaride fondaparinux,in particolare) si sono di recenteaggiunti alle eparine come alternative sicureed efficaci in tromboprofilassi.
A.Tufano, G. Di Minno
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. Centro di Coordinamento regionale per le Emocoagulopatie. Università di NAPOLI “Federico II”.