Nel 2002 l’OMS ha definito la salute sessualecome “uno stato di benessere fisico,emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità ”,rappresentando un diritto fondamentaleed inalienabile dell’individuo. Lasessualità rappresenta un evento complessoin cui interagiscono gerarchie biologicheintrapsichiche, relazionali, con eventisocioculturali che influenzano il comportamentosessuale. Una risposta sessuale adeguatae soddisfacente comporta un riverberopositivo sull’identità del soggetto, dellasua partner e della relazione di coppia; dicontro ci sarà un vissuto di frustrazionee fallimento, fino ad una fuga dell’intimità .Studi recenti hanno dimostrato comela memoria degli eventi vissuti possonoincentivare o inibire la condotta sessualesecondo uno schema di tipo circolare, chetiene conto sia del bisogno sessuale , intesocome istinto biologico, che del desideriosessuale, da cogliere come momento affettivo,culturale e relazionale. Lo stress derivanteda un insuccesso sessuale comporta nonsolo una diminuzione dell’autostima ed unpeggioramento del tono dell’umore, mainterferisce nella relazionalità dell’individuo,con un impatto negativo sulla qualità della vita. Ciò è vero sia per la disfunzioneerettile, che per le altre disfunzioni sessuali,in cui occorre sempre valutare il momentobiologico, senza tralasciare il criteri del“personal distress”. Proprio per questo lasessuologia moderna, rifuggendo la solacura della funzione genitale, ha intesoorientare i suoi sforzi sulla dimensione“soddisfazione”e sui vissuti dell’individuoe della coppia, superando l’antico dualismocartesiano mente-corpo e incentivando unapproccio solistico alle disfunzioni sessuali.Da qui la necessità di un intervento psicosomaticoe somatopsichico, alle disfunzionisessuali con un approccio integrato e nonpiù sequenziale in cui i diversi specialisti,con una rinnovata concezione di team siconfrontino sugli aspetti biologici, psicologicie psicometrici dell’individuoe dellacoppia. Gli studi sulla neurofisiologia dellarisposta sessuale e del successivo avventodegli inibitori delle PDE5 (Sidenafil,Tadalafil, Vardenafil) hanno sdoganatola disfunzione erettile dalla condizione divergogna ed hanno fatto si che molte vocispente riprendessero se non a cantare, perlo meno a sperare. L’età rappresenta ilprimo fattore di rischio per l’insorgenzanon solo della disfunzione erettile, ma dellamaggior parte delle disfunzioni sessuali;unitamente ad essa tutte le possibili patologiecollegate quali le malattie cardiovascolari,glicometaboliche, neuropsichiatriche,urogenitali, con i relativi presidi terapeuticimedici eo chirurgici. Dal momento chealla fine del prossimo decennio avremo unapopolazione di ultrasessantacinquenni superioreal 15% e tenuto conto dell’allungamentodella vita media, possiamo ipotizzareuna popolazione di “middle old” ancoramolto attiva ed impegnata nel mondo socialee del lavoro, insoddisfatta, però, dellapropria sessualità . Se Sparta piange, Atenenon ride, così la prevenzione andrologica,con l’abolizione della visita di leva obbligatoriaè affidata alle campagne di prevenzionede società scientifiche quali, la SIA ela SIU e a individuali competenze di alcuniMMG e specialisti del settore. L’andrologo,figura di riferimento della salute sessualedel maschi per mancanza di una scuoladi specializzazione, si trova ad essere unafigura di riferimento di alto profilo clinico,ma di scarso ruolo istituzionale, tanto checontinuano ad essere pochi gli ambulatoriandrologici dell’SSN e, laddove presenti,sono organizzati a seconda della formazionedello specialista, endocrinologica ourologica. In questa fase di transizione lesocietà scientifiche e le Università stannoproponendo master universitari di II livelloe corsi di alta formazione in andrologia.Come in tutti i momenti di discussioneanimata, il dibattito serve a meglio definirele competenze e delineare i ruoli, ma creaanche un “vacatio” che determina i ritardi,non tanto clinici quanto istituzionali. Aldi là di ogni logica di parte è auspicabilela crescita di una cultura andrologia esessuologica a tutti i livelli: legislativo-universitaria,clinico-didattica e socio-relazionale,tenendo presente che insieme e conun linguaggio ed obiettivi comuni si lavorameglio e di più.
C. A. Franzese
Specialista per la disciplina Uro-andrologiaca presso i distretti sanitari dell’ASL NA 4 e dell’ASL NA 5